I
dati dell'Economia italiana sono ancora simili a quelli di un
paziente in coma. L'inflazione non è tenuta sotto controllo,
semplicemente non esiste. E' solo un pallido ricordo del passato. I
nuovi spauracchi del mercato si chiamano deflazione e stagnazione
(quest'ultima quando le cose vanno ancora bene). La nostra Borsa di
Milano è l'unica al mondo che negli ultimi 10 anni ha perso di
valore anziché incrementarlo. Viene da domandarsi, dunque, come si
possa dichiarare onestamente che il nostro Paese si sia lasciato alle
spalle le secche della Crisi. Sarebbe illogico. Sarebbe... appunto,
ma siamo in Italia e nemmeno le foglie cascano dagli alberi senza un
buon motivo per farlo. Perché si parla di Ripresa anche quando è
palese che non c'è? Proviamo ad azzardare alcune ipotesi. La Crisi
costringe le aziende a contrarsi e a irrigidire ogni forma di uscita
finanziaria. Lo Stato è, o dovrebbe essere, la prima e più grande
delle aziende nazionali. Il suo comportamento, perciò, non si
discosta da quello delle imprese più piccole. Quali concessioni ha
fatto negli ultimi anni ai cittadini italiani che meritano una
revisione? Mi viene da pensar male. Ci sarebbero gli 80 euro in busta
paga, la decontribuzione dei salari per i nuovi contratti a tempo
indeterminato (si sta già pensando a pochi mesi dalla loro
istituzione di riprendere la tassazione per almeno il 50%), le misure
Salva Italia, la spesa sanitaria. Tutte soluzioni di emergenza per un
Paese in emergenza. Appunto... se arriva la Ripresa ognuno potrà
(leggasi “dovrà”) far fronte da solo alle proprie necessità.
Finalmente, avrà la possibilità di reggersi con le proprie gambe
senza sentire il bisogno dell'aiutino statale. Ecco, fatte queste
considerazioni, la chimera della ripresa italiana mi sembra meno
imbecille di quanto pareva prima.