lunedì 18 aprile 2016

Il brutto, lo sporco, il cattivo...





L'aria che si è respirata in questi giorni sembra essere uscita da un film di Sergio Leone con Clint Eastwood come protagonista e la colonna sonora di Ennio Morricone. Quando un uomo al Governo incontra un cittadino con una matita vicino ad una cabina elettorale può essere un politico finito. Tutto ciò perché votare è uno sporco mestiere... e qualcuno lo deve pur fare. Anche se, a dir la verità, negli ultimi anni è stato così tormentato ed afflitto che i cittadini italiani hanno finito col considerarlo una perdita di tempo costosa e fastidiosa. Uno dei modi utilizzati per esasperare questa sensazione, resa sempre più ricorrente, è stato quello di invertire l'ordine dei fattori dimostrando come, con un tocco di magia, il prodotto cambi. I referendum sono costati qualche centinaio di milioni di euro e qualcuno ha sostenuto che è stato uno spreco. Non è vero. Innanzitutto, perché quei soldi sono passati dalle mani dello Stato a quelle dei cittadini italiani, lavoratori e disoccupati. Insomma, se sono uno spreco dovrebbe essere così anche per i famosi €80 renziani. Non vi pare? Un altro buon motivo per considerare ben spesi quei soldi è sapere che chi critica i referendum si guarda molto bene dall'equipararli ai rimborsi elettorali che rimpinguano le casse dei Partiti. Quelli sì che sono soldi buttati via. Una volta usciti dai radar dell'Erario non rientrano nel sistema e non vengono riutilizzati per l'economia ma per arricchire banche, dirigenti, conti offshore e Dio solo sa cos'altro. Di certo, essi non vengono utilizzati per pagare gli attivisti (perché sono volontari) e nemmeno l'affitto delle sedi (visto quello che si è scoperto nel Comune di Roma). Votare non è un costo e dobbiamo incominciare a capirlo più che a crederlo. Certamente, è un lavoro sporco e qualcuno lo deve pur fare. Meglio allora che i suoi protagonisti siano i cittadini italiani piuttosto che dei cinici politici e burocrati, ingrassati dal sudato denaro pagato con le nostre tasche dalle tasse. Non credete?
Pier Giorgio Tomatis

martedì 2 febbraio 2016

Non sparate sulla farfalla





Può il battito d'ali di una farfalla scatenare un uragano a migliaia di chilometri di distanza?” Secondo quanto sosteneva Edward Lorenz, un meteoreologo del Massachusetts Institute of Technology di Boston (MIT), ai colleghi che erano presenti a un congresso, sì.
Il nostro affermava che partendo da due stati iniziali anche apparentemente uguali, dei quali la nostra strumentazione non percepisce differenza, un sistema può seguire un’evoluzione infinitamente imprevedibile (a partire proprio da queste difformità impercettibili). Questo concetto, applicato alla meteorologia, rende ogni previsione impossibile a meno di non conoscere tutte le variabili in gioco. Il che è impossibile. In questa prospettiva qualsiasi tipo di scienza, studio, analisi subisce una battuta di arresto nelle sue possibilità descrittive del mondo. Un principio della Fisica simile, eppure radicalmente diverso, è quello dei vasi comunicanti. “Un liquido contenuto in due o più contenitori comunicanti tra loro, in presenza di gravità, raggiunge lo stesso livello originando un'unica superficie equipotenziale.
Il mondo, così come scientificamente lo conosciamo, è governato da Leggi che hanno validità solo nel loro spazio di riferimento e non in assoluto come per molto tempo si è sostenuto. Per questo, ad ogni azione da noi compiuta corrisponde una reazione non sempre prevedibile. C'è dell'altro, ovviamente. Anche ciò che osserviamo e che ci sforziamo di non influenzare subisce una modifica e restituisce una reazione che molto spesso non riusciamo a prevedere.
Ciò che è alla base del nostro vivere dovrebbe essere la comprensione della complessità dell'esistenza e della fallibilità di alcune delle nostre azioni volte a sopravvivere nel miglior modo possibile.

Così è per l'Economia, la politica ma anche la medicina, la salute e via discorrendo. Cerchiamo di alimentarci correttamente e di condurre una vita sana, di trovare un lavoro e di investire i nostri risparmi per preservare il nostro futuro. Poi, un battito d'ali di una farfalla crea i presupposti per una tempesta perfetta. E noi ci troviamo dentro. Alcune cose soccombono e altre sopravvivono. E' la Legge dell’evoluzione che si manifesta persino con una farfalla. Creatura piccola, debole e, solo all'apparenza, insignificante. Quale insegnamento si può trarre da tutto ciò? Che conviene non far arrabbiare la farfalla...
Pier Giorgio Tomatis