mercoledì 14 maggio 2014

NUDI ALLA META…Ma anche in casa???


Di Provocator (A.C.)



Dopo aver affrontato e criticato nel mio precedente articolo la sconsiderata diffusione dei body scanner non solo negli aeroporti, ma ora anche nei negozi di abbigliamento angloamericani (con la scusa di mettere a disposizione di ignari e superficiali clienti un servizio per trovare più efficacemente abiti adatti alla propria corporatura), vorrei portare alla vostra attenzione un altro aspetto di tale “simpatica” violazione della nostra privacy: quello legato ai televisori di nuova generazione, privi di telecomando “classico”.
Vedo già facce incuriosite di persone che a questo punto si staranno chiedendo che cosa centrano i nuovi televisori con i body scanner.
Prima però di lanciare anche questa volta una provocazione per far riflettere i lettori, vorrei segnalare un’importante notizia a complemento delle informazioni date la scorsa puntata.
Va infatti riportato che a seguito del nostro ultimo articolo, pochi giorni dopo, la questione è stata ripresa dal settore News del sito libero.it, dove è stato scritto che, da questo ottobre, i 12 body scanner dell’aeroporto di Manchester saranno dismessi, in conformità con la decisione dell’Unione Europea di SOSPENDERE l’uso di tali tecnologie, poiché le due tipologie di simili apparati in questione potrebbero emettere radiazioni pericolose per l’uomo, in quanto cancerogene.
Tale notizia, confermata in Gran Bretagna anche dal noto sito della BBC (www.bbc.co.uk), fa rabbrividire e ancora una volta meditare su quali siano i reali “vantaggi” (per le aziende produttrici e non certo per la sicurezza della gente comune) apportati dalla diffusione di tali macchinari.
Ma torniamo ai televisori.
Ancora oggi in tutte le nostra case, seduti sui nostri divanetti, controlliamo il volume e la luminosità, cambiamo canale, facciamo “zapping” sui nostri televisori semplicemente premendo i tasti del nostro telecomando. Da domani questa scatoletta con i tasti colorati andrà in pensione. Questa è la notizia buona… e quella cattiva?
Quella cattiva è che nei televisori stanno introducendo sempre più massicciamente (con la scusa che il vecchio telecomando può cadere e rompersi…) il cosiddetto controllo remoto GESTUALE. In buona sostanza con il semplice gesto della nostra mano sventagliata nell’aria, mossa da destra a sinistra o aperta con il palmo verso lo schermo televisivo oppure chiusa improvvisamente, potremo accedere al menù del televisore, selezionare una funzione, variare i programmi e altro.
Fantascienza? No, realtà: come dimostrano già gli apparecchi più avanzati, commercializzati da una famosa compagnia coreana.
La questione è che per poter fare tutto ciò e obbedire ai movimenti e ai gesti del nostro corpo, tali televisori sono e saranno dotati di 2/3 visori 3D intelligenti, in grado di vedere e riconoscere la presenza e gli spostamenti delle persone in sala, davanti allo schermo!!!
Insomma ci stiamo avvicinando al famoso display nero descritto e paventato nel celebre libro “1984” di Orwell, presente in tutte le case al fine di sorvegliare ogni famiglia…
Il passaggio successivo potrebbe essere -e di sicuro qualche “controllore dell‘umanità” l’ha già pensato- che tali apparecchi inviino in modo autonomo, a nostra insaputa, ad una Centrale di Controllo (chiamiamola così..) l’indicazione della presenza di persone nei vari alloggi, durante il corso della giornata.
E quindi? Quindi mi tengo il mio vecchio televisore..e quando non funzioni più, non ne comprerò uno nuovo! Voi fate come volete….io vi ho avvertito…


martedì 13 maggio 2014

In ricordo di Arnoldo Foà, maestro di teatro e poesia




Arnoldo Foà è morto alla bella età di 98 anni. Una lunga vita dedicata all’arte teatrale e alla poesia. La sua personalità titanica, la sua voce dal timbro inconfondibile, ha fatto di lui uno tra i maggiori attori italiani di prosa. Tra i suoi moltissimi lavori per il teatro, il cinema e la televisione, lo vogliamo ricordare, soprattutto, per la magistrale e insuperabile interpretazione di Sir Daniel Brackley, nello sceneggiato televisivo “La Freccia Nera”, tratto dall’omonimo romanzo di Robert Luis Stevenson. Lo sceneggiato andò in onda, in bianco e nero, nel remoto 1968: io, allora, avevo appena quattro anni, ma non mi persi una sola delle sette puntate e canticchiavo a memoria la canzone delle Frecce Nere. Gli atteggiamenti di burbero e di spietato, messi in campo da Foà per interpretare il signorotto dispotico Daniel Brackley, furono eccezionali, tanto da lasciarlo nell’immaginario televisivo di tutti noi. Foà, come uomo di teatro, fu anche un eccellente interprete del teatro tragico di Vittorio Alfieri: vestì i panni di Agamennone e quelli di Saul ed ottenne un più che meritato successo. Grande appassionato di poesia, Foà non disdegnava i recital poetici: io ebbi occasione di intervistarlo nel 2002, durante una delle sue partecipazioni alle serate culturali di “Cantalibri”. Dietro al suo atteggiamento di burbero c’era un uomo coltissimo, un grande affabulatore, un attore di razza, un uomo intelligente, vigoroso e di gran carattere. Addio, Arnoldo: a tutti noi, appassionati di teatro e poesia, la tua voce inconfondibile ci mancherà davvero molto, e grazie di cuore per aver dato tanto lustro al teatro italiano.


Fabrizio Legger