Arnoldo
Foà è morto alla bella età di 98 anni. Una lunga vita dedicata
all’arte teatrale e alla poesia. La sua personalità titanica, la
sua voce dal timbro inconfondibile, ha fatto di lui uno tra i
maggiori attori italiani di prosa. Tra i suoi moltissimi lavori per
il teatro, il cinema e la televisione, lo vogliamo ricordare,
soprattutto, per la magistrale e insuperabile interpretazione di Sir
Daniel Brackley, nello sceneggiato televisivo “La Freccia
Nera”, tratto dall’omonimo romanzo di Robert Luis Stevenson.
Lo sceneggiato andò in onda, in bianco e nero, nel remoto 1968: io,
allora, avevo appena quattro anni, ma non mi persi una sola delle
sette puntate e canticchiavo a memoria la canzone delle Frecce Nere.
Gli atteggiamenti di burbero e di spietato, messi in campo da Foà
per interpretare il signorotto dispotico Daniel Brackley,
furono eccezionali, tanto da lasciarlo nell’immaginario televisivo
di tutti noi. Foà, come uomo di teatro, fu anche un eccellente
interprete del teatro tragico di Vittorio Alfieri: vestì i panni di
Agamennone e quelli di Saul ed ottenne un più che
meritato successo. Grande appassionato di poesia, Foà non disdegnava
i recital poetici: io ebbi occasione di intervistarlo nel 2002,
durante una delle sue partecipazioni alle serate culturali di
“Cantalibri”. Dietro al suo atteggiamento di burbero
c’era un uomo coltissimo, un grande affabulatore, un attore di
razza, un uomo intelligente, vigoroso e di gran carattere. Addio,
Arnoldo: a tutti noi, appassionati di teatro e poesia, la tua voce
inconfondibile ci mancherà davvero molto, e grazie di cuore per aver
dato tanto lustro al teatro italiano.
Fabrizio
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